Caro cittadino,il governo ha attivato un indirizzo email a cui è possibile segnalare un luogo pubblico da recuperare, ristrutturare o reinventare per il bene della collettività. La nostra Amministrazione si sta muovendo per proporre una valorizzazione di tutto il complesso borgo medievale ("Nabballe") con le sue logge, le sue porte ed il suo caratteristico paesaggio. Sostieni quest aidea inviando una mail e presentando lo stesso progetto. Basteranno pochi minuti e noi abbiamo preparato queste brevi righe perché in fondo provarci non costa nulla... Fallo anche tu, c'è tempo fino al 31 Maggio!Destinatario della mail: bellezza@governo.itOggetto: san vito romano, un borgo medievale da valorizzareCorpo della mail:<<Ad Est di Roma, nell'alta valle del Sacco, San Vito Romano vanta un pregevole borgo di età medievale che fu il primo nucleo abitato, considerandosi valida la data del 1085 quale inizio del Castrum Sancti Viti, che fu dapprima sottoposto ai monaci Sublacensi, poi al notabile casato romano dei Colonna ed infine alla famiglia dei Marchesi Theodoli. L'abitato medievale, arroccato su arenarie affioranti, merita di essere valorizzato proprio perché nucleo originario di un piccolo centro che si è sviluppato dal basso verso l'alto nel corso del Seicento e si è poi ramificato seguendo l'odierno tracciato della via provinciale Empolitana. Il nucleo originario è ricco di un fascino quasi inalterato, dato dalle tipiche logge medievali e dalle tre porte che ne segnano ancora l'antica struttura. Le porte cittadine del Borgo, di Olevano e della Mola meritano infatti di essere ristrutturate e valorizzate per quella funzione difensiva, e di accoglienza al tempo stesso, cui hanno assolto fino a tutto il Cinquecento. Ai piedi del Palazzo Theodoli, la porta del Borgo, in arenaria locale, rappresenta il punto di incontro tra la parte medievale e quella seicentesca: ancora visibili alcuni stipiti e le aperture per il controllo o per il dazio in quella struttura a muratura sormontata da finestre accessibili da una scala sul lato interno, nate proprio perché le sentinelle potessero vegliare il castrum e la fortezza. La porta Olevano, invece, affaccia verso Olevano appunto e ha appena all'esterno uno dei più antichi abbeveratoi. A sud, la Porta della mola necessita di una particolare valorizzazione trovandosi, tra le tre, in condizioni più autentiche che potrebbero perdersi col tempo e le intemperie. Realizzata con conci di arenaria locale, probabilmente a secco sulla volta e con un sottile strato di calce bianca tra i pilastri, per la vicinanza con l'antico pellegrinaio, fuori dalla porta cittadina, questa conserva il doppio toponimo porta della Mola e porta dell'Ospedale e resta il simbolo dell'accoglienza e dell'hospitalitas per quei viandanti e pellegrini forse diretti al vicino convento francescano di Bellegra, inizialmente romitorio dei monaci di Subiaco e donato a San Francesco nel 1223, oppure verso la via Francigena del Sud che avrebbe diretto i pellegrini da Roma a Gerusalemme, passando per il Sud d'Italia. Per non lasciare che il tempo cancelli le testimonianze della nostre origini, si chiede a questo Governo di aiutare San Vito Romano a valorizzare e restaurare il proprio borgo medievale, ancora abitato!!>>Firma: tuo nome